La crescente attenzione ad un’alimentazione sana, alla ricerca di materie prime di qualità e l’aumentata consapevolezza delle persone alle tematiche di benessere corpo-mente, hanno portato ad un notevole incremento delle consulenze dal nutrizionista rispetto all’ultimo decennio. Per molti magari è la moda del momento, per altri una mera esigenza di dimagrimento (possibilmente rapido ed indolore), oppure una vera e propria sfida con se stessi. Ma cosa c’è da aspettarsi veramente da una visita con un nutrizionista?
chi e’ il nutrizionista e cosa fa?
Il nutrizionista è spesso un biologo (o un medico) che, grazie al suo percorso di studi, può elaborare un piano nutrizionale -in completa autonomia- adeguando le esigenze e i gusti del paziente ai suoi fabbisogni nutrizionali. La prima visita, quasi mai sbrigativa, è la parte più importante della relazione che si crea tra il professionista e il paziente; è il momento della conoscenza personale e, spesso, intima, in cui il nutrizionista si presta all’ascolto empatico, mettendo a proprio agio la persona che gli si trova di fronte. Sempre nel corso della prima visita, il nutrizionista visualizza gli esami del sangue portati dal paziente (non propedeutici per iniziare il percorso), analizza i percorsi precedenti (se effettuati), raccoglie le abitudini alimentari e di vita del paziente, e analizza le motivazioni che stanno alla base della consulenza, gli obiettivi che la persona si pone e quale è la predisposizione mentale a stravolgere le proprie abitudini.
Invece, come spesso accade, le persone che si rivolgono ad un nutrizionista hanno tutt’altre aspettative: la perdita di peso è il loro unico desiderio e, se il professionista è in grado di concretizzarlo in fretta, allora è quello giusto.

la realtà
Tuttavia, lungi dall’essere meri prescrittori di regimi dimagranti da fame e sacrifici, i nutrizionisti -oggi- sono (o dovrebbero essere) dei coach del benessere, ossia guide per il raggiungimento di uno stato di salute che vada oltre la sola perdita di peso. Se ci pensiamo, infatti, il motore che spinge a fare una dieta è il non riuscire più a guardarsi allo specchio, nei vestiti che si amano di più. Ci si sente più stanchi, meno prestanti nelle attività quotidiane, si soffre di cattiva digestione e perdita di regolarità, la pelle è spenta e piena di impurità, le unghie sono fragili, i capelli secchi e sfoltiti. Oppure, il più delle volte, si ha solo bisogno di una guida per acquisire una maggiore consapevolezza alimentare, dal costruire una lista della spesa a gestire gli impulsi della fame scegliendo i giusti alimenti. Appare chiaro, quindi, come il nutrizionista abbia ben altri compiti che quello di fornire un elenco di cibi con meno calorie, incaricandosi di una missione ben più ardua, quella di educatore, in un percorso che può-inevitabilmente- diventare più lungo di quanto ci si aspetti.
Cambiare abitudine, d’altronde, richiede un periodo minimo di almeno 60 giorni, un periodo in cui il nostro cervello forma nuove sinapsi, adeguandosi al cambiamento. Se questo lasso temporale viene meno, anche il più veloce dimagrimento non è destinato a durare. Si riprendono, così i chili smaltiti con gli interessi, e non si riesce ad imparare neanche come li si è persi. Cambiare stile di vita, quindi, richiede- in primis- un cambio di mentalità, pazienza e costanza, per il raggiungimento di un risultato a lungo termine, di benessere sia fisico che mentale. Solo se si è disposti davvero a tutto questo, allora si è davvero pronti a cambiare vita, e il nutrizionista è la figura migliore per aiutarvi a concretizzare il vostro obiettivo.
